L’Associazione Tuttiateatro ha iniziato nell’ottobre 2012 una collaborazione con la dott. Michela Caccavale , danza-movimento terapeuta, che ci ha proposto un percorso per ragazzi diversamente abili, finalizzato al potenziamento dell’espressività e della capacità comunicativa del corpo, particolarmente importante nelle situazioni in cui il linguaggio verbale sia limitato o assente.
Con molto interesse abbiamo accolto la proposta che ci veniva fatta, in quanto, consapevoli delle difficoltà dei nostri ragazzi, spesso proprio legate ai disagi della comunicazione, essa ci è apparsa come un’ ulteriore occasione per aumentare le loro possibilità di integrazione, come è negli obiettivi che la nostra Associazione persegue.
Infatti l’Associazione Tuttiateatro ha come finalità la diffusione della cultura dell’integrazione, attraverso percorsi che vedano impegnati ragazzi diversamente abili insieme a studenti delle scuole superiori. Ci occupiamo così di arte, di poesia e soprattutto di teatro: realizziamo infatti da dieci anni dei laboratori teatrali in cui interagiscono, sullo stesso piano, persone con varie disabilità e persone normodotate, ciascuno secondo quello che sa o può fare.
Per questo abbiamo voluto trasferire lo stesso principio nel laboratorio condotto dalla dott. Caccavale, che ha accettato con interesse la nostra proposta di un’esperienza per lei, in questi termini, nuova, ma che subito si è rivelata stimolante e capace di risultati impensati.
Durante le fasi del lavoro infatti abbiamo potuto constatare quanto la presenza, accanto ai nostri ragazzi, di persone normodotate abbia rappresentato per loro un ulteriore stimolo a proporsi ed impegnarsi al massimo in esercizi e giochi, che a prima vista potevano sembrare fuori della loro portata, ma che diventavano possibili, oltre che divertenti, nell’emulazione e nello scambio reciproco.
E così si sono sentiti impegnati a fare sempre meglio con un entusiasmo che ha trascinato tutti, realizzando anche in questo caso quello che abitualmente vediamo realizzato nel laboratorio teatrale: ragazzi normodotati, all’inizio incerti, (se non addirittura prevenuti) che finiscono per dimenticare che i ragazzi con i quali interagiscono sono diversamente abili.
Hanno imparato a riconoscere i bisogni di ciascuno e a rispettarli in quanto tali, senza permettere però che essi costituiscano la ragione del loro rapporto . Si sono scoperti ragazzi uguali, che, insieme, realizzano un progetto comune, dandoci, ancora una volta, un bellissimo esempio di come l’integrazione sia non solo possibile, ma anche più facile di quanto si possa ritenere.
Scoprire, per esempio, che presentarsi agli altri può essere non solo dire il proprio nome, ma fare un gesto, scoppiare in una risata sonora, dire una battuta di spirito
li ha resi consapevoli di come ciascuno provi e trasmetta emozioni; il contatto fisico ha fatto loro scoprire che ogni corpo “parla” agli altri e comunica sensazioni e sentimenti.
Il traguardo finale quindi è stato il raggiungimento di una grande intesa, di un coinvolgimento senza distinzioni e senza barriere, che ha creato una situazione di piacevole benessere, nel quale tutti i ragazzi del gruppo hanno potuto perfettamente integrarsi, senza forzature o disagi, ma con grande armonia e divertimento