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DANZA MOVIMENTO TERAPIA
“La danza movimento terapia: il filo rosso delle origini, tra arte e scienza”
Relatrice Roberta Sorti
Verrà presentata una breve storia delle radici di questa disciplina che si situa in una feconda “terra di mezzo”, tra arte e scienza. Partendo dalle lontane origini, si individueranno nella storia della danza quei movimenti, quei danzatori, quei personaggi che con le loro idee e con la loro arte hanno tracciato nei secoli un “filo rosso” che unisce diverse esperienze, anche lontane nel tempo. Verrà illustrato il processo attraverso cui le loro visioni intrecciandosi e fecondandosi, in tempi relativamente più recenti, con conoscenze di tipo scientifico, con le scoperte della psicologia e della psicanalisi, hanno dato origine ai principi teorici e metodologici che sostengono la danza movimento terapia. La fondazione dell’American Dance Therapy Association nel 1964 rappresenta in questo panorama la nascita ufficiale della professione. Saranno quindi enunciati i più importanti principi che caratterizzano l’approccio psicodinamico alla danza movimento terapia.
ARTETERAPIA
“Arte Terapia e approccio psicodinamico: l’artista nell’arte terapeuta e la relazione come campo estetico”
Relatrice Cecilia Macagno
L’arte terapia nasce in Inghilterra e in America negli anni ‘40 e ‘50 e mostra da subito due anime apparentemente molto distanti, che tentano negli anni successivi di dialogare e integrarsi: mentre gli artisti iniziavano a lavorare con i veterani di guerra ricoverati in ospedali psichiatrici, scoprendo la valenza terapeutica delle loro competenze, alcuni psicoanalisti come Winnicott e M. Milner, iniziavano a comprendere come il linguaggio dell’inconscio fosse avvicinabile attraverso il disegno e la pittura e quanto il processo creativo avesse a che fare con la salute, intesa come pienezza della vita. Altri come Meltzer e Bion iniziavano a intuire quanto l’estetica fosse un’importante chiave di lettura della relazione primaria.
Nel mio intervento vi propongo un breve viaggio che partendo da queste origini attraverserà un territorio di mezzo in cui l’arte terapia è stata identificata con l’una o l’altra delle sue anime per arrivare fino ad oggi, all’approccio psicodinamico, all’artista come terapeuta (Robbins, 1980) che utilizza la sua sensibilità estetica per facilitare la relazione, una relazione co-costruita all’interno di un campo estetico, dove i materiali, i medium artistici sono un vero e proprio linguaggio per il silenzio del corpo in cerca di parole.
MUSICOTERAPIA
“Tempi, forme, suoni e silenzi: l'esperienza della musicoterapia nello sviluppo e armonizzazione del Sé”
Relatrice Barbara Zanchi
La relazione metterà in evidenza come l'universo sonoro - musicale con cui entriamo in contatto già nelle primissime interazioni interpersonali, costituisca un'esperienza fondamentale che accompagna e sostiene lo sviluppo degli scambi comunicativi e la condivisione intersoggettiva di stati affettivi. Numerosi studi testimoniano l'importanza delle esperienze sonoro- musicali precoci per l'acquisizione di elementi quali forma, tempo, qualità indispensabili nella definizione di coordinate grazie alle quali l'individuo diventerà capace di riconoscersi e di orientarsi in tutte le successive esperienze.
E' su tali presupposti che si fonda e si sviluppa la musicoterapia, un approccio terapeutico espressivo, che utilizza il suono e la musica quali mediatori facilitanti lo sviluppo di una relazione che, attraverso l'ascolto e la comunicazione diretta degli stati emotivi, possa sostenere e favorire lo sviluppo e l'armonizzazione del Sè. Verranno presentati i riferimenti teorici e metodologici della musicoterapia unitamente alle sue possibili applicazioni nei diversi ambiti con bambini e adulti.
MUSICOTERAPIA
"Quando la musicoterapia era un'esperienza pionieristica: appunti di viaggio e testimonianze"
Relatrice Flora Gagliardi
Verso la fine degli anni ’70 finalmente anche in Italia inizia a nascere un interesse verso la MT, non come ricerca scientifica, non come sistema formativo, tantomeno come scienza. Si parla di pragmatica del fare, ma, nello stesso tempo, di esplorazione dell’infinito mondo dell’intelligenza emotiva.
Qui sta il significato più profondo della scoperta della MT che equivale, paradossalmente, alla scoperta di una nuova possibilità di libertà per l’essere umano; soprattutto per quello più fragile, sottomesso all’handicap, difficile da gestire per una comunità sociale ancora impreparata alla “diversità”.
I musicoterapeuti “ pionieri” hanno affrontato problemi di riconoscibilità del loro lavoro, della loro professionalità, della istituzionalizzazione, dei processi di sviluppo degli ambiti di ricerca e d'intervento, volutamente tenuti indistinti da una classe di terapeuti “organicisti”; i musicoterapeuti “pionieri” hanno affrontato l’opinione pubblica quasi sempre fondata sui pregiudizi quali “con Mozart le mucche del Wisconsin fanno più latte”…
I musicoterapeuti “pionieri” hanno esplorato le infinite possibilità d'intervento del loro agire; dalla prenatalità alla “ vecchiezza”, dagli stati embrionali già compromessi fino alla compromissione più profonda della perdita del sé e della coscienza dello stesso.
La storia a un certo punto non ha bisogno di produrre un elenco di date e di nomi, bensì di logiche esistenziali; la neonata storia della MT si pone in questo sfondo integratore ed è perfettamente in grado di divulgarlo.
ARTETERAPIA
"L'autobiografia come risorsa"
Relatrice Arianna Papini
La nostra storia arriva con forza a bloccare o favorire i percorsi di crescita quando meno ce l'aspettiamo. Tutto ciò che accade può essere usato, può divenire elemento prezioso, nella misura in cui siamo in grado di farci i conti e di nominarne i componenti rendendo visibile ciò che in modo silenzioso, ignoto e a volte terrifico condiziona la nostra vita. La strada dell'autobiografia come elemento imprescindibile, in grado di indicare le direzioni da prendere nei momenti importanti, letta attraverso immagini che i materiali, tra le nostre mani, riescono a riportarci come bene prezioso.
DANZA MOVIMENTO TERAPIA
“Stare dentro o uscire fuori? Un’esperienza di performance all’interno di un percorso di Danza movimento terapia di gruppo in un Centro per disabili”
Relatrice Sara Biggi
Nell' intervento, attraverso una testimonianza che nasce dall’esperienza diretta, s’intende sollevare interrogativi e tentare di trovare qualche risposta sulla possibilità o meno, sull’utilità o meno, di fare terapia anche attraverso la performance.
La tesi che si porta avanti è quella della possibilità di non tradire i principi terapeutici della danza-movimento terapia attraverso un percorso che termina con uno spettacolo.
Verranno raccontati lo“spazio” in cui quest’esperienza ha preso corpo e i suoi protagonisti; la struttura del lavoro, con un approfondimento sul lavoro terapeutico, da una parte, e sul percorso puramente artistico dall’altra; per arrivare poi a raccontare come è stato poi costruito lo spettacolo vero e proprio. Si analizzerà successivamente la funzione di questa esperienza all’interno del contenitore-istituzione, il momento finale di prove e performance e gli effetti ad ampio raggio di questa esperienza.
Si è tentato, in conclusione, di rispondere ad un doppio interrogativo: dove la terapia ha reso unico e differente questo spettacolo? Dove, invece, lo spettacolo (e soprattutto tutto il lavoro preparatorio) è stato un elemento utile al percorso